Fincantieri è stata condannata dalla Corte d’Appello di Venezia a risarcire i parenti di un lavoratore morto a causa dell’amianto
La Corte di Appello di Venezia ha messo la parola fine a una triste storia. Notizia di questi giorni la condanna di Fincantieri che riforma la sentenza di primo grado. In prima battuta la famiglia era stata risarcita per la morte del familiare per esposizione ad amianto di soli € 85.000.
La storia presso Fincantieri
I fatti risalgono agli anni Sessanta, quando l’uomo venne assunto alle dipendenze dei Cantieri Navali Breda (poi Fincantieri) con mansioni di operaio addetto alla coibentazione.
Si trattava di un ex operaio dipendente di Fincantieri, che aveva lavorato presso i cantieri navali di Venezia, e che aveva contratto un tumore ai polmoni a causa della prolungata esposizione ad amianto che lo aveva poi condotto al decesso nel 2015.
I primi sintomi della malattia si sono manifestati nel 2012 quando già non lavorava più in azienda, nel 2014 gli fu diagnosticata una neoplasia polmonare che lo ha portato poi al decesso l’anno successivo, all’età di 65 anni.
I familiari hanno agito contro Fincantieri per il risarcimento dei danni patiti; in primo grado è
stata accertata la responsabilità dell’azienda pubblica per l’esposizione prolungata ad amianto che aveva causato poi la contrazione della patologia e il decesso dell’ex operaio.
Il dibattito ha fatto emergerere la sussistenza del nesso di causa in quanto l’operaio aveva lavorato nei cantieri navali per decenni con mansione di carpentiere e saldatore entrando spesso in contatto con polveri di amianto, in particolare nel corso delle operazioni di coibentazione dei tubi.
La somma a titolo di risarcimento è stata determinata in primo grado nell’esiguo importo di €
85.000,00.
La sentenza d’appello
Il ricorso, a seguito dell’impugnazione ha riformato la sentenza di primo grado, la Corte di Appello di Venezia ha riconosciuto anche il danno parentale dei familiari – il danno subito per la perdita del rapporto parentale con il defunto – ed ha liquidato a tale titolo la somma di € 222.000,00 per la vedova e la somma di € 183.000,00 per ciascuno dei tre figli. Ha inoltre liquidato oltre duecentomila euro per il mancato guadagno.
Fincantieri ha cercato di dimostrare non solo l’insussistenza di una propria responsabilità da parte sua ma anche che la patologia era ascrivibile all’azione sinergica dell’esposizione professionale all’amianto con l’azione del tabagismo. L’operaio è stato infatti per lungo tempo un fumatore.
La sentenza ha stabilito la piena responsabilità di Fincantieri e soprattutto ordinato il maxi risarcimento.