Risarcimento amianto Arsenale La Spezia: una vittoria in Cassazione che vale giustizia
Il risarcimento amianto Arsenale La Spezia è oggi una realtà concreta: la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza che riconosce 670.000 euro alla famiglia di un ex carpentiere navale, deceduto nel 2013 a causa di un mesotelioma pleurico contratto in servizio.
Come Studio Legale Frisani, siamo stati al fianco della famiglia fin dall’inizio, analizzando con attenzione il lungo periodo di esposizione all’amianto, durato quasi quarant’anni.
Il nostro lavoro è partito dal riconoscimento del nesso causale tra attività lavorativa e patologia, elemento che spesso viene contestato con forza dalle amministrazioni pubbliche coinvolte.

Risarcimento e danno parentale: i criteri valutati dalla Corte
Nel dettaglio, il risarcimento è stato così suddiviso:
- 270.000 euro alla moglie
- 200.000 euro a ciascuno dei due figli
La Suprema Corte ha accolto la nostra tesi sul danno parentale, valutando la lunga sofferenza della vittima, il peso psicologico a carico della famiglia e l’età dei congiunti al momento del decesso.
È stata riconosciuta anche la gravità della patologia: un mesotelioma pleurico che ha determinato un progressivo declino delle capacità respiratorie, con ricadute devastanti sul piano umano e assistenziale.
Amianto e responsabilità pubblica: un precedente utile per altri risarcimenti
La pronuncia della Cassazione ribadisce un concetto fondamentale: la responsabilità dell’ente datore di lavoro pubblico è piena quando l’esposizione a sostanze cancerogene come l’amianto avviene in modo sistematico e prolungato, senza adeguate misure di prevenzione.
Nel nostro caso, l’attività lavorativa si è svolta nell’Arsenale della Marina Militare della Spezia, un ambiente che, nel periodo oggetto della causa, non offriva protezioni sufficienti né adeguata informazione sui rischi correlati all’amianto.
Come abbiamo dimostrato il nesso tra lavoro e malattia
La chiave della sentenza è stata la ricostruzione rigorosa e documentata della vita lavorativa del nostro assistito, che ha operato dal 1955 come lavoratore in appalto e dal 1967 come dipendente statale, fino al 1994.
Questo ha permesso di applicare il principio del “più probabile che non”, ormai consolidato in giurisprudenza, per confermare la relazione diretta tra esposizione e malattia.
Risarcimento amianto Arsenale La Spezia: un messaggio chiaro alle istituzioni
Questo risarcimento amianto Arsenale La Spezia rappresenta molto più di una vittoria giudiziaria. È un messaggio forte e chiaro: lo Stato non può sottrarsi alla responsabilità verso i lavoratori che ha esposto a rischi gravi e letali. La sentenza diventa anche un riferimento per altri casi simili, in cui le famiglie cercano verità e riconoscimento.
Il nostro impegno continua
Noi dello Studio Legale Frisani continuiamo a seguire casi legati all’esposizione professionale all’amianto, con l’obiettivo di tutelare le famiglie e fare chiarezza sulle responsabilità. Questo caso conferma che, con metodo e determinazione, è possibile ottenere giustizia anche contro le istituzioni più complesse e strutturate.
Conclusione
La sentenza definitiva della Cassazione non chiude solo un procedimento durato anni, ma restituisce dignità e voce a chi, troppo spesso, resta inascoltato. Noi continueremo a farlo, con competenza e umanità, affinché nessuno si senta solo nella battaglia per i propri diritti.