La Corte di Appello di Catania ha confermato la sentenza. Il Ministero della Salute risarcirà 1.2 milioni di Euro i familiari di un uomo deceduto dopo che aveva contratto l’epatite C a seguito di una trasfusione infetta
Il Tribunale di Catania ha condannato il Ministero della Salute al risarcimento dei danni quantificati in oltre 1.200.000 Euro in favore di un soggetto che aveva contratto l’epatite C a causa di una trasfusione di sangue infetto.
Il soggetto veniva ricoverato nel 1988 presso una clinica specializzata nei pressi della città di Catania, per essere sottoposto a dei controlli di routine. In quella sede veniva deciso di sottoporre l’uomo a delle trasfusioni di sangue e di plasma.
Negli anni successivi, in difetto di alcuna manifestazione di patologie, non veniva effettuato alcun controllo virale sino al 1997 quando, in occasione di controlli ematici emergeva la positività dello stesso al virus HCV.
A causa di questo sviluppava cirrosi epatica che mutava in epatocarcinoma per il quale decedeva nel 2012.
La moglie immediatamente presentava a nome del marito alla ASL domanda con cui richiedeva i benefici della Legge 210/1992 onde ottenere l’indennizzo previsto dall’art. 1 della predetta legge.
I dubbi della famiglia
I familiari si rivolgevano allo Studio Legale Frisani per ottenere il riconoscimento della responsabilità del Ministero della Salute e il conseguente risarcimento di tutti i danni subiti.
Nel corso del giudizio lo staff medico legale riusciva a dimostrare la positività al virus contenuto nelle sacche e lo stesso Consulente Tecnico di Ufficio, nominato dal Tribunale non ha fatto altro che confermare quanto già espresso, ossia che il plasma trasfuso era stato il veicolo dell’infezione che aveva poi condotto alla morte il paziente.
La sentenza di I grado riconosceva la responsabilità del Ministero e lo condannava al pagamento della somma complessiva di oltre 800.000,00 agli eredi.
La sentenza di II grado
La Corte di Appello del Tribunale di Catania, non ha fatto altro che confermare quanto espresso durante il processo di I grado, mentre per quanto concerne il risarcimento a favore dei familiari della vittima è stato decisa una cifra pari a € 1.200,000.
Lo Studio Legale si è dichiarato molto soddisfatto al termine della sentenza, perché finalmente dopo tanti anni è stato possibile rendere giustizia a una famiglia che ha vissuto la tragedia della morte ingiusta di un proprio familiare.
Nonostante i numerosi passi in avanti che ci sono stati, risulta evidente, come sia fondamentale l’importanza dell’informazione su tali argomenti. Spesso le persone non sanno che hanno diritto a un risarcimento, si muovono solo dietro a delle iniziative individuali. Dovrebbe esserci un soggetto terzo, imparziale, che fornisca le informazioni sui diritti di chi fruisce di servizi sanitari.